II

Rompendo i sigilli


1) Il Dalai Lama
(3 luglio 1989)

Il 2 ottobre 1968 rappresentò un vero e proprio punto di svolta nella storia del nostro pianeta. In quella data diede inizio un processo di riattivazione dei chakras della Terra che se è adeguatamente condotto, condurrà la specie umana ad una tappa di splendore spirituale che attualmente sembra inimmaginabile.

Verificatosi il sacrificio di Regina e i quattrocento martiri, pochissime persone erano consapevoli della dimensione e portata di quello che era appena successo; soltanto alcuni Guardiani di Tradizioni Sacre e una manciata degli antichi collaboratori della Regina del Messico, i quali, trascesa la doppia frustrazione di non essere stati scelti per integrare il gruppo di martiri e di soffrire la perdita dell'essere a cui tanto rispettavano e volevano si diedero, ognuno per la sua strada, al compito di proseguire sul sentiero tracciato da Regina. Sapevano che anche se il Popocatepetl e l'Iztaccihuatl - i due messicani più potenti - erano già pienamente svegli, in lungo e in largo del paese delle aquile esistevano innumerevoli centri sacri immersi in un profondo letargo.

In base a quanto imparassero su Teotihuacan di labbra di don Uriel, alcune persone cominciarono ad condurre pratiche di camminate intorno al sito archeologico e di ascesa alla Piramide del Sole. Solstizi ed equinozi erano sempre le date scelte per la realizzazione di queste pratiche; coloro che partecipavano ad esse indossavano vesti bianche, per essere questo colore il caratteristico degli olmechi, dato che si crea fondendosi in uno solo tutti i colori dell'arcobaleno.

Sebbene l'esistenza del tunnel che conduceva al cuore della piramide era stata rivelata da don Simon dal 1971 - per cui gli archeologi avevano proceduto già a pulire detto tunnel -, l'energia che irradiava la fiamma accesa da Regina rimaneva senza poter uscire in virtù degli invisibili sigilli che esistevano nel monumento. Per tanto, le suddette camminate che regolarmente effettuavano in Teotihuacan alcune dozzine di persone, erano soltanto la rappresentazione vivente della speranza che qualche giorno, essendo rotti i sigilli che imprigionavano l'energia, questa potesse circolare fino alla cima e rimanere alla portata di tutti gli abitanti del pianeta che desiderano trascendere l'oscurità e connettersi con la luce. Quando e chi porterebbe a termine la rottura di questi sigilli? Questa domanda, simile ad una che formulasse Il Testimone il 21 giugno 1968, riceverebbe una prima risposta il 3 luglio 1989, ma per raggiungere una migliore comprensione dei fatti in quest'ultima data, occorre in primo luogo menzionare alcuni precedenti che ci forniscano una maggiore informazione su questo tema.

Nell'anno 1391 nacque nel Tibet orientale un essere che avrebbe di avviare uno dei lignaggi spirituali più originali della storia. Il suo nome fu Gedien Truppa e da molto piccolo dimostrò possedere facoltà fuori dall'ordinario. Nel corso della sua vita portò a termine un lavoro eccezionale per quanto riguarda la diffusione della dottrina buddista, all'approfondimento della stessa, alla riforma delle ordine monastiche (compito iniziato da Tsong Khapa, un'altra importante figura nella storia del Tibet) e alla fondazione di nuovi monasteri. In virtù degli alti meriti di Gedien Truppa, i più distaccati lama e maestri del Tibet concordarono in riconoscere che questo era nient'altro che l'umana reincarnazione di Chen Re Si, la massima divinità maschile tutelare dal Tibet considerato all'interno della visione cosmica buddista come il Signor della Misericordia. Inoltre, le più alte autorità religiose del paese delle nevi eterne stimarono anche che Gedien Truppa sarebbe il primo di una serie di reincarnazioni, in virtù delle quali la divinità Chen Re Si rimarrebbe indefinitamente sulla Terra in forma umana. È iniziato in questo modo il lignaggio dei Dalai lama che nel corso del tempo arriverebbero a concentrare sulle loro mani il massimo potere spirituale e politico della loro nazione. Insieme al potere arrivò anche il possesso di incalcolabili segreti su molteplici questioni, come per esempio le chiavi portate in Tibet secoli fa, relative alla riattivazione di alcuni centri sacri ubicati all'altro lato del mondo, in un chakra della terra denominato Messico.

Tenzin Gyatso, il quattordicesimo Dalai lama, nacque nel 1935. Il suo governo, iniziato nel 1950, si vide dal primo momento affrontando la più grave minaccia di distruzione che avesse mai visto contro il suo paese. Allo scopo di impadronirsi delle abbondanti ricchezze naturali esistenti nel Tetto del Mondo - principalmente dei suoi giacimenti minerari -, i governanti della Cina ordinarono in primo luogo l'invasione del Tibet e pochi anni dopo l'attuazione di una politica chiaramente di genocidio. Nel 1959 il Dalai lama riuscì a scappare dalle grinfie degli invasori e si rifugiò in India, creando nella regione del Himalaya un governo tibetano in esilio, il quale ha raggiunto la prodezza di mantenere vivo lo spirito di resistenza e di identità del popolo tibetano.

Nonostante i molteplici obblighi derivati di suo incessante e pacifista lotta a beneficio dell'indipendenza della sua nazione, il Dalai lama non dimenticò mai il compromesso che significava per lui essere custode di certi segreti sul Messico. Perciò, non appena ebbe la certezza che il risveglio del chakra messicano aveva cominciato, dando inizio ad un processo che aveva grosse probabilità di convertirsi in irreversibile, si rese conto che era arrivato il tempo di collaborare per accelerare detto processo. Ciò succedé durante il suo storico viaggio al Messico nel 1989. Molti e importanti eventi ebbero luogo durante il soggiorno del Dalai lama nel paese delle aquile, uno di essi fu la sua visita a Teotihuacan.

Alle 9:47 della mattina del 3 Luglio 1989, il quattordicesimo Dalai lama arrivò in elicottero all'antica metropoli imperiale dei toltechi. L'accompagnava un ridotto numero di persone, tra cui non si trovava Il Testimone, perché questo non era riuscito a riprendersi del forte impatto emotivo che avesse il giorno precedente, nel corso di una singolare intervista con il Dalai lama nella quale il dignitario tibetano, senza pronunciare parola alcuna e con solo guardarlo negli occhi, gli aveva fatto sperimentare un singolare stato di coscienza.

Per fortuna esisteva tra i presenti chi poteva svolgere le funzioni di Testimone e così lo fece. Si trattava di Tiahoga Ruge ("Yogui", un'intelligente biologa e regista, impegnata da tempo con i movimenti ecologisti che conducono una disperata battaglia in difesa del pianeta. Senza distogliere neanche un istante lo sguardo e la sua camera del Dalai lama, Yogui fu in grado di osservare quanto succedé nella trascendentale giornata. La tesa attesa che si percepiva in tutto il sito archeologico, come se i suoi invisibili Guardiani di altri tempi contemplassero, vigilanti ed attenti, quello che stava per accadere. La contagiosa allegria del Dalai lama chi sembrava particolarmente felice, manifestando così la pace che molto probabilmente sentiva nel sapere che stava per compiere un antichissimo compromesso della sua nazione. La misteriosa presenza di tre anziane donne vestite di bianco che aspettavano, ai piedi della Piramide del Sole, l'arrivo dell'incarnazione vivente di Chen Re Si.

Senza praticare apparentemente nessun cerimoniale, con la stessa semplicità e mancanza di solennità con cui viene inserita una chiave nella serratura, ruotandola e aprendo la porta, il Dalai lama ruppe il sigillo che per più di mille anni era esistito nella base della Piramide del Sole. Alcune parole bisbigliate a sotto voce ed alcuni rapidi movimenti di mani che passarono del tutto inosservati per la maggior parte dei suoi accompagnatori, furono apparentemente i mezzi di cui si valse per raggiungere il suo scopo. L'energia che irradia il cuore della piramide poté così fare il primo passo nella sua lunga strada verso la cima.

"Tra il Tibet e il Messico ci sono legami invisibili, più forti che l'acciaio, la distanza ed il tempo."

2) I lama del monastero di Ganden Shartse,
(21 marzo 1990)

Essendo rotto il primo sigillo che manteneva intrappolata l'energia all'interno della piramide, detta energia cominciò a fluire verso l'esterno. Non funzionando ancora il "contenitore" e il "ritornatore" ubicati nella piazza situata di fronte al monumento, l'energia si dissipava sprecandosi in forma simile all'acqua che fugge da una chiave che è stata lasciata aperta. Simile spreco non doveva prolungarsi molto tempo. Conformemente ad ordini precisi impartiti dallo stesso Dalai lama, arrivarono a Città del Messico nel marzo 1990 otto lama del monastero di Ganden Shartse. Il motivo principale della loro visita era quello di rispettare una tappa in più nei lavori di riattivazione della Piramide del Sole a Teotihuacan.

Il monastero di Ganden Shartse fu fondato nel 1409 per Tsong Khapa, distinguendosi fin dall'inizio per l'accuratezza del suo insegnamento, focalizzato sullo sviluppo di facoltà che comunemente rimangono addormentate negli esseri umani, utilizzando per ciò i più vari metodi: danze e canti sacri, parole di potere (mantra) e lunghe sessioni di studio della dottrina buddista. Al momento dell'asservimento del Tibet dai cinesi, questi distrussero metodicamente le installazioni del monastero, giudicando ingenuamente che facendo così annichilirebbero anche il suo spirito. Non ci riuscirono; tutti i lama e gli allievi di Ganden che riuscirono a scappare con vita si rifugiarono in India, nella zona dell'Himalaya, e procederono a ricostruire la loro istituzione.

Nel 1984 il Dalai lama nominò abate del riemerso monastero a Kangyur Rinpoche Lobsang Topgyal, lama di comprovata santità che dopo acquisire fama per le sue sorprendenti guarigioni si era ritirato ad un isolato rifugio nelle montagne per dedicarsi alla preghiera. Eseguendo gli ordini del Dalai lama, Topgyal ruppe il suo ritiro ed assunse i suoi nuovi compiti. La sua potente personalità infuse immediatamente una corrente di rinnovatrice energia a tutti i membri del monastero.

La mattina del 21 marzo 1990 i lama tibetani arrivarono a Teotihuacan. La creazione nel luglio 1989 di Casa Tibet-Messico (inaugurata dallo stesso Dalai lama e diretta dal talentuoso Marco Antonio Karam) aveva permesso di superare molteplici problemi prima di riuscire a trasformare in realtà il progetto della visita al Messico dei lama di Ganden. Una grande folla di circa trentamila persone (quasi tutte vestite di bianco) aspettava curiosa e in attesa la realizzazione del rituale che praticherebbero i tibetani.

Dopo di ascendere al tempietto di pietra ubicato al centro della piazza situata ai piedi della Piramide del Sole, i lama diedero inizio alla cerimonia. Gestendo abilmente i loro strumenti rituali (lunghe trombe di rame, piccoli tamburi, campane e piatti) e producendo strani suoni gutturali, i lama trasformarono immediatamente l'ambiente creando un tempo e un spazio sacri. Notando che era riuscito a stabilire uno stretto legame tra i praticanti del rituale e l'energia che sgorgava della piramide, il Rinponche Topgyal pronunciò con forte tono la segreta invocazione volta a rompere l'invisibile sigillo esistente in quel posto. Il sigillo saltò in mille pezzi e la sua rottura fu percepita come una sensazione di grande gioia per l'anima collettiva che conformavano le migliaia di persone presenti all'atto. Una di esse, Il Testimone, pensava con nostalgica emozione la grande allegria che avrebbe rappresentato per Regina e i quattrocento martiri di Tlatelolco il poter presenziare quello che stava accadendo. Concluse fra sé e sé che, sicuramente, in qualche modo che sfuggiva dall'umana comprensione, tutti loro si trovavano lì in quei momenti, godendo e apprezzando meglio di chiunque altro quello che stava accadendo nella città sacra in cui nascesse il Quinto Sole.

La rottura del sigillo ubicato nella piazza situata di fronte alla Piramide del Sole permise che l'energia che sgorgava di questa iniziasse il suo processo di salita per l'interno del monumento fino a sbattere con il secondo sigillo, l'esistente in una delle due grandi piattaforme addossate alla sezione più bassa della piramide. La data in cui si tenterebbe di far saltare detto secondo sigillo fu fissata per due anni dopo, cioè per l'equinozio di primavera dal 1992. Le persone che avrebbero condotto l'operazione sarebbero nuovamente coloro ai quali il Dalai lama dovesse delegare tal fine.

Come è già stato detto, fin dagli anni immediatamente successivi a quello in cui Regina attivasse il cuore della piramide, piccoli gruppi di persone vestite di bianco avevano iniziato l'abitudine di frequentare Teotihuacan nei solstizi e negli equinozi, per effettuare camminate intorno alla città e poi ascendere alla Piramide del Sole. Man mano che fu passando il tempo questa pratica cominciò a diffondersi, integrandosi a persone e gruppi molto più vari, in modo tale che alla fine degli anni ottanta, erano già diverse centinaia di persone quelle che andavano al sito archeologico i giorni 21 marzo, data che fin dall'inizio ebbe una netta preferenza da parte di coloro che effettuavano queste pratiche.

La presenza in Teotihuacan primo del Dalai lama e posteriormente dei lama di Ganden Dharte, andava a propiziare un sorprendente aumento del numero di partecipanti a Teotihuacan i giorni 21 marzo. Era come se in qualche modo il subconscio di innumerevoli persone avesse catturato un messaggio, indicandoli che l'antichissimo centro sacro era prossimo a risvegliare e che, ben presto, tornerebbe a concedere importanti benefici a coloro che si recassero con aperto spirito.

Abbiamo già detto che non meno di 30 mila persone presenziarono in rispettoso silenzio la cerimonia condotta dal lama di Ganden. Un anno dopo, il 21 marzo 1991, il numero di visitatori crebbe ancora di più; praticamente la gente non smise di arrivare da prima dal alba fino al tramonto. In questa occasione un gruppo di Guardiani di diverse Tradizioni indigene realizzarono una cerimonia nello stesso posto in cui un anno prima i lama avevano praticato il loro rituale. Il proposito dei Guardini fu doppio: evidenziare il loro appoggio al lavoro svolto dai lama e rappresentare, attraverso la creazione di un circolo interno formato di petali di rose nel quale si segnavano le quattro direzioni, il carattere planetario che possiede Teotihuacan, cioè il fatto che è un centro sacro per tutta l'umanità e non per l'esclusivo beneficio di un credo specifico o di una particolare etnia.

In quella stessa giornata del 21 marzo 1991, accaddero due eventi che furono una sorta di anticipo degli eventi che avrebbero luogo l'anno successivo. Il primo fu la presenza del signore Raúl Velasco (il conduttore del popolare programma televisivo "Sempre in domenica") nel rituale effettuato dai Guardiani indigeni. Il secondo fu la aperta ostilità manifestata da certi funzionari dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia di eseguire rituali in Teotihuacan. Il rifiuto arrivò all'estremo di cercare di vietare ai Guardiani di Tradizione l'accesso al sito, adducendo che questi venivano vestiti con "abiti folcloristici" (?). I Guardiani risposero che se le sue vesti erano un problema gliele toglierebbero ed entrerebbero nudi sul centro cerimoniale edificato dai loro antenati. L'assurdo incidente concluse quando numerosi spettatori protestarono fortemente e riuscirono che si permettesse l'ingresso ai Guardiani.

A quanto pare alcuni risentiti burocrati cominciarono a pianificare, da quello stesso giorno, come evitare che l'anno successivo si potesse praticare una cerimonia a Teotihuacan. Ed era proprio nel seguente equinozio di primavera quando dovrebbe effettuarsi la rottura del sigillo esistente in una delle piattaforme della Piramide del Sole, rottura che permetterebbe di tornare ad utilizzare, dopo più di mille anni, l'energia che sgorga di detta piramide.

3) I lama del monastero di Drepung Loseling
(21 marzo 1992)

Nei primi giorni del mese di marzo 1992 apparve pubblicata una notizia sui principali quotidiani della capitale del paese. Premesso che negli ultimi anni ogni 21 marzo si rivolgeva un elevato numero di persone a Teotihuacan, funzionari dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia avevano sollecitato - ed ottenuto - si autorizzasse la partecipazione dell'esercito affinché collaborasse con loro nel mantenimento dell'ordine nel sito archeologico. In particolare, si menzionava in quelle note giornalistiche che il Quinto Reggimento di Artiglieria occuperebbe la Piramide del Sole della sera prima all'equinozio di primavera, per ostacolare il tentativo di qualsiasi persona o gruppo di salire al monumento "prevedendo così il possibile pregiudizio del patrimonio culturale."

Non si richiedeva effettuare ardue deduzioni per capire cosa si nascondeva dietro la suddetta notizia. Un certo settore di dipendenti e funzionari dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia, di quadrata mentalità burocratica, avevano osservato quel per loro sconcertante fenomeno che negli ultimi anni moltitudini sempre crescenti andavano i giorni 21 marzo a Teotihuacan. Per quanto strano possa sembrare, alcuni dei membri del menzionato istituto si sentono ed agiscono come se fossero i proprietari delle zone archeologiche, alle quali non attribuiscono un'altra funzione che non sia quella di semplici spettacoli per turisti, opponendosi pertanto a che i centri cerimoniali tornino a compiere la missione per cui furono creati, che era ovviamente di carattere rituale. Disperati e infuriati nel sentire che la loro autorità era ignorata per coloro che praticavano ed assistevano alle cerimonie di Teotihuacan, i suddetti impiegati e funzionari dell'INAH avevano programmato la sua rivincita. Sostenendo che le massicce concentrazioni di visitatori al sito mettevano in pericolo il patrimonio culturale della nazione, avevano ottenuto si autorizzasse l'impiego dell'esercito per ostacolare l'accesso alla Piramide del Sole il giorno 21 marzo, rendendo impossibile in tal modo la pratica di qualsiasi rituale in detto luogo.1

1 In nessun modo le anteriori considerazioni pretendono di essere un'impugnazione alla totalità del personale che lavora nell'INAH, molti dei quali sono autentici saggi che realizzano un invaluable lavoro, il quale si vede intorpidito e demeritato dall'ignoranza e chiusura che caratterizzano ad altri elementi, purtroppo abbastanza numerosi, della riferita istituzione.

Il pieno accertamento che il vero proposito delle autorità che avevano promosso l'intervento dell'esercito era quello di impedire la realizzazione di cerimonie, si dimostrò dando il settore giuridico dell' INAH una rapida e negativa risposta alla richiesta che gli era stata sollevata affinché permettesse, ai lama del monastero di Drepung Loseling, portare a termine un rituale nella Piramide del Sole nell'equinozio di primavera.

Come accadesse due anni fa, Casa Tibet-Messico era determinata a superare i problemi che si presentavano per fare realtà la proiettata visita del nuovo gruppo di lama designati dal Dalai lama a venire in Messico. Per menzionare soltanto uno di questi problemi, è opportuno ricordare che i tibetani che si trovano rifugiati in India affrontano una situazione di carenza di nazionalità, perché possiedono solo passaporti spediti dal governo tibetano in esilio. Non avendo Messico rapporti con detto governo e sì mantenerli con quello della Cina, l'ambasciata di questo paese presentava adirate proteste diplomatiche ogni volta che si otteneva l'ingresso al nostro paese da un tibetano. Fortunatamente il Lic. Miguel Limón, Sottosegretario di Governo, comprendeva l'importanza delle visite dei lama ed aveva accordato sempre in modo favorevole i corrispondenti permessi speciali di ingresso.

Questa volta corrispondeva il turno di partecipare ai lavori di riattivazione di Teotihuacan ai lama del monastero di Drepung Loseling. Questo monastero era stato fino all'anno 1959 il più grande di qualsiasi credo esistente nel mondo. Situato nella periferia di Lhasa, la capitale del Tibet, costituiva in realtà una sorta di città satellite, abitata da molte migliaia di monaci, caratterizzati da un'intensa attività che si manifestava in molti modi diversi, non solo in materia religiosa e culturale, ma anche per quanto riguarda l'economia e la politica, perché Drepung era un importante centro produttore di beni e servizi, allo stesso tempo che un fattore determinante nella conduzione politica del paese delle nevi eterne.

Sempre più preoccupati delle notizie pubblicate sui giornali, nel senso che le autorità dell' INAH sostenute dall'esercito impedirebbero l'accesso alla Piramide del Sole il giorno dell'equinozio, i dirigenti di Casa Tibet-Messico e tutti quelli che collaboravano nell'organizzazione del rituale dei lama previsto per quel giorno, iniziarono il compito di cercare di risolvere in qualche modo l'apparentemente insormontabile ostacolo che si presentava per la realizzazione del suddetto rituale. Considerando il sincero interesse mostrato dal signor Raúl Velasco verso atti di questa natura, gli fu chiesto il suo consiglio e aiuto. Il signor Raúl Velasco opinò che considerate le circostanze solo l'intervento presidenziale poteva fare cambiare il corso degli avvenimenti. Giudicando che il Lic. Otto Granados, Direttore Generale di Comunicazione Sociale della Presidenza della Repubblica e persona di massima fiducia del presidente, era il mezzo adeguato per rendere a conoscenza del Lic. Carlos Salinas de Gortari quello che stava accadendo, gli inviò la lettera che di seguito si trascrive:

Messico, D.F., 6 marzo 1992
Lic. Otto Granados
Direttore Generale della Comunicazione Sociale 
della Presidenza della Repubblica  
PRESENTE  
Molto caro Otto: 

Dal momento che sarò fuori del paese per quasi tre settimane, non ti ho chiamato al telefono per farti un'attenta richiesta: il tuo intervento affinché i dirigenti dell'INAH permettano l'accesso delle nostre camere e dei monaci tibetani che verranno a trovarci in occasione della primavera alle piramidi di Teotihuacan, dove ogni anno si riuniscono più di 50 mila persone, come in qualche occasione ti ho parlato in modo più ampio, ma tanto il lic. Marco Antonio Karam che è il presidente de Casa Tibet in Messico, come lo scrittore Antonio Velasco Piña, autore di Regina e di Tlacaelel sono stati respinti dal direttore giuridico dell'INAH, con un divieto che risulta assurdo e che può generare un problema piuttosto serio, poiché i monaci vengono in pace, in una missione spirituale come una mostra della cultura tibetana, contando con il sostegno di quelle migliaia di persone che stanno riprendendo le nostre tradizioni indigene. 

Se hai bisogno di più informazione per regolare il tuo giudizio, magari potresti concedere alcuni minuti a Marco Antonio Karam e al mio omonimo Antonio Velasco Piña che possono darti un'idea più esatta della dimensione di quanto verrà fatto. Ovviamente anche a noi ci hanno negato l'accesso delle nostre camere, sia a Teotihuacan come al Museo Nazionale di Antropologia e Storia dove i monaci eseguiranno alcune sculture di burro e alcuni mandala di sabbia. 

Già una volta, quando abbiamo avuto il piacere di pranzare con il signor presidente Carlos Salinas di Gortari e il nostro amico Emilio Azcárraga Milmo, ambedue commentarono le difficoltà che avevano avuto per montare l'esposizione dei 30 Secoli, ed ora per una questione che nemmeno mette a rischio la nostra eredità culturale materiale, riacutizzano la loro ostilità verso qualsiasi tipo di divulgazione di ciò che accade nel nostro paese, in questo campo. 

Ti ringrazio in anticipo l'orientazione che tu possa fornirci e ti faccio arrivare un abbraccio affettuoso. 
Attentamente,
Raúl Velasco



I giorni trascorsero in tesa attesa senza che variasse minimamente la posizione assunta dalle autorità. Il 20 marzo gli organizzatori della riunione andarono per ultima volta agli uffici dell' INAH per ascoltare di nuovo la stessa drastica negativa: non si concedeva nessun permesso per la celebrazione della cerimonia dei lama e l'esercito agirebbe per prevenire qualsiasi tentativo di portarla a termine. A quanto pare non rimaneva un'altra uscita che non fosse quella di cancellare il proiettato rituale, ma quando comunicarono questa opinione ai lama la loro risposta fu che non desisterebbero nel tentativo di compiere la loro missione anche se la loro vita dipendesse da questo.

Che cosa succedé nelle alte sfere di governo la notte del 20 marzo 1992? Soltanto possiamo indovinarlo, ma a quanto pare la lettera del signor Raúl Velasco finalmente ebbe un effetto e il Presidente della Repubblica fu informato dal suo Direttore Generale di Comunicazione Sociale che stava per accadere in Teotihuacan un fatto di imprevedibili conseguenze. Nella sua qualità di comandante supremo delle Forze Armate, il presidente dovette dare l'ordine alle truppe di ritornare alle loro caserme. Questo accadde già dopo la mezzanotte. I camion che uscivano dal sito archeologico trasportando i soldati si incrociarono nella strada con numerose automobili nelle quali viaggiavano persone vestite di bianco. Molti di coloro che desideravano essere presenti nella cerimonia avevano deciso di accampare nelle vicinanze della città sacra e accedere a essa prima dell'alba.

Insieme ai raggi del sole fecero la loro comparsa i lama. Erano dieci, sette di essi molto giovani e tre di avanzata età. Il lama che dirigeva il gruppo era un soggetto la cui personalità spiccava a prima vista. Più che un sacerdote sembrava un guerriero, la sua forte figura evocava l'immagine dei monaci guerrieri di tutte le epoche: Templari in Europa e Cavalieri Aquila in Messico. Il secondo lama in gerarchia era l'archetipo dell'asceta, una bontà senza limiti sembrava emanare dal suo sguardo e di tutto il suo essere. La grande quantità di persone radunate a Teotihuacan avevano formato un lungo steccato per facilitare l'accesso ai tibetani. Vedendoli passare la gente li gettava fiori e saluti. Incessanti applausi ed evviva il Tibet trasformarono la camminata dei lama in un'autentica sfilata trionfale. Le loro vistose vesti amarena e giallo davano una nota di colore nel panorama di bianchi vesti che portavano i partecipanti alla cerimonia. Senza smettere di sorridere e di salutare a destra e sinistra, i lama arrivarono ai piedi della piramide e ascesero per le scalinate, fino ad arrivare alla vasta piattaforma dove si trovava il sigillo che impediva di approfittare l'energia generata all'interno del monumento.

Sulla piattaforma li aspettava un nutrito gruppo di accoglienza che con tocchi di chiocciola e di tamburo eseguì il tradizionale saluto pre-ispanico ai quattro venti. Concluso questo i lama iniziarono la cerimonia. Mudra e cantici, risuonare di singolari strumenti e di incredibili accordi gutturali. Era ovvio che i sette lama giovani proporzionavano soltanto un'adeguata cornice di sostegno per la realizzazione del rituale, il quale era condotto con insuperabile maestria dai tre lama maggiori. In un determinato punto la percezione di un certo tipo di rottura arrivò alla coscienza di buona parte degli osservatori, generando in essi la sensazione di aver potuto oltrepassare una barriera ed entrato ad un'altra dimensione molto più elevata dell'ordinaria.

Situato a scarsa distanza dei lama, Il Testimone ricordò in quell'istante ognuna delle parole che in quello stesso posto pronunciasse Regina ventiquattro anni fa. Rendendosi conto che il sigillo era stato rotto comprese che, come la Regina del Messico aveva previsto, l'energia che sgorgava della piramide era catturata immediatamente dall'immenso "contenitore" che costituiva la coscienza delle, sicuramente, molto più di 40 mila persone raggruppate sotto il monumento. Queste integravano, perfino visivamente dalla bianchezza delle sue vesti, il grande Yang al quale alludesse Regina, ma, si domandò Il Testimone: dove era l'ugualmente predetta parte Ying, cioè la piccola porzione oscura che doveva funzionare come "ritornatore" dell'energia?

Non finiva ancora di formularsi la domanda, quando Il Testimone osservò che tra il mare di bianchezza avanzava un punto nero. L'impressione gli risultò così scioccante che si strofinò gli occhi credendo che stava soffrendo un'illusione ottica, ma no, molto presto poté constatare che si trattava di alcune persone vestite di nero e che portavano lunghi bastoni. Dopo di farsi largo tra la bianca moltitudine il gruppo di nero iniziò la loro ascesa alla piramide. Erano tredici persone, dodici uomini e una donna che camminava davanti e ripeteva con forti grida una stessa affermazione:

-Fuori di qui, maledetti stranieri! Questo è nostro! (sic).

Manifestando in ogni momento la loro aperta opposizione al rituale che si stava praticando, il gruppo di nero concluse la salita del primo tratto della piramide ed arrivò a scarsa distanza di uno degli angoli della piattaforma dove aveva luogo la cerimonia. Per accedere a detto posto si richiedeva soltanto coprire di un salto il piccolo spazio che separa in quella parte la piattaforma dal resto del monumento. Gli esseri di nero si disponevano ad effettuare il salto quando osservarono che il riferito angolo era protetto da un steccato di dieci persone di entrambi i sessi. Erano i Guerrieri dell'Arcobaleno, integranti della comunità internazionale ed ecologica che ha la sua sede in Huehuecóyotl. Per qualche secondo gli appena arrivati sventolarono minacciosamente i loro bastoni di legno, dubitando tra saltare o non saltare. Rendendosi conto che l'atteggiamento dei membri dello steccato lasciava vedere che non erano disposti a cedere né un centimetro dello spazio che occupavano, gli esseri di nero sceglierono di continuare avanzando lungo il corridoio che circonda la piramide, per così entrare alla piattaforma dall'angolo che permette un accesso molto più facile. Il tempo che portò loro fare questo percorso, diede l'opportunità a che i numerosi spettatori ubicati nelle scalinate superiori della piramide notassero che quel gruppo veniva con l'intenzione di aggredire i lama. Si verificarono immediatamente multipli reazioni, tutte esse di evidente supporto ai tibetani.

Un crescente coro composto da più di un migliaio di voci cominciò a ripetere con forte tono:

-Tibet-Messico! Tibet-Messico!

Non poteva mancare il tipico umorismo messicano, qualche assiduo concorrente alle corride di tori e le partite di calcio, al tempo che gettava nel corridoio il contenuto di una bottiglia di bibita esclamò:

-Ricevete la vostra acqua di rene, banda di pazzi!

Alcune persone saltarono dalle scalinate al corridoio con la chiara intenzione di bloccare l'avanzata degli esseri di nero, ma questi conformavano una compatta squadra e sapevano utilizzare i loro lunghi pali contro coloro che osavano interporsi nella loro strada. Certamente sarebbe stato facile fermarli restituendo violenza per violenza. Non s'incorse in simile errore. La unificata coscienza di tutti coloro che guardavano quello che accadeva giunse all'azzeccata conclusione che, se si usava la forza per respingere l'aggressione, si annullerebbe il rituale che stavano praticando i lama.

Dopo di allontanare a bastonate le ultime persone vestite di bianco che li bloccavano la strada, gli esseri di nero penetrarono alla piattaforma dove aveva luogo la cerimonia. Si presentò di fronte a loro una prima autorità, il Lic. Miguel Limón, sottosegretario di Governo a carico delle questioni migratorie. Con deciso tono rimproverò loro il suo comportamento, contrario alla tradizionale ospitalità del paese messicano. Le sue parole disarmarono e paralizzarono sei degli attaccanti, ma gli altri sette proseguirono la loro avanzata. Andò incontro loro una seconda autorità, il maestro Domingo Días Porta ("Titolopochtli") la cui missione di contribuire al rinascimento delle Tradizioni Sacre di Amerrikúa gode del sostegno dei Guardiani di dette Tradizioni in tutto il continente. Con voce calma e rassicurante il maestro espresse che Teotihuacan non può essere monopolio di nessuno, ma costituisce un patrimonio di tutta l'umanità. Sei nere figure desistettero subito dai suoi aggressivi propositi, i loro visi non esprimevano già ostilità alcuna. Solo la donna che comandava il gruppo persisté in portare avanti il tentativo di attaccare i lama. Fu fermata da uno di quei vasi di terracotta di artistiche forme, conosciuti come sahumadores.

L'improvvisa apparizione degli esseri di nero aveva prodotto due reazioni completamente diverse tra i tibetani. Gli visi dei sette lama giovani mostravano sorpresa e sconcerto. Invece, le fazioni dei tre lama maggiori manifestavano non soltanto piacere bensì una profonda gioia. Senza smettere di suonare i suoi strumenti ed eseguire i loro cantici, gli sguardi dei tre lama si fissarono in un stesso punto: il fumante sahumador che teneva tra le mani una delle partecipanti alla cerimonia, di nome Cecilia Albarrán. Gli sguardi dei lama mostravano un'energia di identica natura da quella che emanava dalla piramide. Era detta energia quella che muoveva il sahumador facendolo tracciare nell'aria i limiti di una non visibile ma sì impenetrabile barriera. La donna di nero si fermò e fu allora quando i lama diedero per conclusa la loro cerimonia. Il proposito di questa era stato pienamente raggiunto. Il sigillo era rotto. Il "contenitore" formato dalla coscienza di innumerevoli persone aveva funzionato in maniera impeccabile, allo stesso modo, il "ritornatore" costituito dal piccolo gruppo di nero aveva operato con insuperabile efficacia, restituendo al monumento l'energia affinché questa proseguisse la sua salita all'interno della millenaria costruzione. Mancava solo la rottura dell'ultimo sigillo, quella che produrrebbe la fusione delle forze telluriche e cosmiche e permetterebbe che l'energia della piramide potesse essere utilizzata, in qualsiasi parte del mondo, per tutti gli esseri in grado di sintonizzare le loro proprie vibrazioni con quelle che emanano da Teotihuacan.

4) Gli Eterni Guardiani del Messico
(Marzo 1993)

Ogni nazione è un compendio di accumulate eredità materiali e spirituali. Nel corso della sua storia, successive generazioni continuano ad incrementare il patrimonio che proporziona un'identità propria alle diverse comunità nazionali. Tuttavia, la conservazione di questi patrimoni - e con essa la sopravvivenza stessa dello spirito di ogni nazione - sarebbe assolutamente impossibile se non esistesse una catena di individui che hanno al loro carico la custodia e incremento dei diversi patrimoni nazionali.

In un livello puramente umano, questi esseri sono i Guardiani delle Tradizioni Sacre, cioè tutte quelle persone che in diversi gradi realizzano un lavoro volto a salvaguardare i beni e i valori più importanti di una nazione, il che include dalla cura dei loro santuari e siti archeologici, fino alla preservazione della loro religiosità e cultura.

In un livello già superiore a quello meramente umano, il compito di proteggere l'eredità sacra di ogni nazione lo portano a termine molti diversi esseri che hanno trasceso le limitazioni proprie della materia. Eroi e santi che hanno vissuto in passato, ma che in qualche modo continuano ad agire in favore del loro paese di origine. Angeli e arcangeli che hanno a carico la protezione e aiuto delle diverse entità nazionali. Le richieste alla vergine che hanno dimostrato nel corso dei secoli la sua efficacia a beneficio di una particolare nazione.

Il fatto che per innumerevoli millenni e nonostante aver sofferto lunghi periodi di completo abbandono, si sia riuscito a preservare la memoria che Teotihuacan è un spazio sacro, non è il prodotto di nessuna casualità, bensì risultato che detto luogo ha goduto permanentemente dalla presenza di Guardiani, sia sul piano terrestre come celeste, essendo principalmente questi ultimi quelli che hanno vegliato sempre per fare che Teotihuacan compia le elevate funzioni che gli sono proprie.

La Regina del Messico in prima persona, partecipando nei compiti volti a raggiungere la riattivazione della Piramide del Sole, manifestò che il suo lavoro consisterebbe in convocare "I Guardiani di altri tempi", ma che in realtà sarebbero questi coloro che procederebbero ad accendere la fiamma nel cuore della piramide.

Così come detti "Guardiani di altri tempi" furono chi accesero la fiamma e iniziarono il menzionato processo di riattivazione, sarebbero anche essi coloro che lo finirebbero nell'effettuare la rottura dell'ultimo dei sigilli, quello situato nella cima del monumento.

In base a quanto percepito dal Segreto Guardiano di Teotihuacan, così come alle opinioni dei più importanti Guardiani umani delle Tradizioni Sacre del Messico, detta rottura succedé nel mese di marzo del 1993. Da allora le più poderose e sottili energie del Cosmo e della Terra si unirono nella Piramide del Sole, per generare una luce con la quale possono connettersi tutti gli esseri di buona volontà che, in qualsiasi parte del mondo, desiderino sfruttarla per la realizzazione di elevati propositi.

La prima tappa del processo che porterà al totale rinascimento di Teotihuacan ha concluso, la Piramide del Sole è già riattivata e funzionante.




I tempi attuali sono favorevoli per il ritorno degli olmechi, cioè per creare una cultura di sintesi basata sul tacere, intendendo per questo lo sviluppo del silenzio interiore che permette agli esseri umani di ascoltare la voce del Divino nel più profondo del suo essere. Perciò, la funzione che Teotihuacan sta cominciando a recuperare nei nostri tempi è, principalmente, quella di essere nuovamente un centro sacro di primordiale importanza.

I molteplici compiti che ancora devono essere fatti affinché Teotihuacan recuperi pienamente le sue funzioni di tempio richiederanno molti anni, possibilmente un secolo. Si tratta di un centro sacro estremamente complesso, in possesso di multipli segreti che bisognerà andare scoprendo poco a poco. Ciò richiederà il continuo impegno di un crescente numero di persone, di elevata spiritualità, che sappiano essere all'altezza di quello che, sia il luogo come i tempi, richiederanno di loro.

Senza dimenticare in nessun momento quanto resta da fare in questa città sacra, quello già realizzato in essa non può altro che motivare un ben fondato ottimismo. La Piramide del Sole è stata riattivata e del suo apice sorge una potente luce a beneficio dell'umanità e del pianeta. In altre parole, è già stato avviato:


IL RISVEGLIO DI TEOTIHUACAN