Capitolo V

La prova dell'acqua
o la manifestazione del Rettore


La nazione che ha attualmente maggiori probabilità di 
dar vita ad una nuova cultura è il Messico.

AYOCUAN,
La Donna Addormentata deve dare alla luce 



Bazucazo nella coscienza nazionale

1

Non ci sono più gomme alla menta


Il giovane Raul Mendoza, robusto studente del secondo anno della Vocacional Cinque dell'Istituto Politecnico Nazionale, contemplò a ravvicinata distanzia la slanciata sagoma della ragazza che per diverse settimane veniva osservando da lontano senza osare parlarle. La femminile figura avanzava per la stessa strada che percorreva Raul ma in direzione opposta, si incrocerebbero pertanto in pochi secondi.

"Diamine -pensò Raul-, come vorrei avere una macchina e grana per poter invitarla ad andare da qualche parte. Ma forse neanche così, dev'essere alcuni anni più grande di me e inoltre è uno schianto. Neanche avendo grana mi noterebbe."

Mentre si avvicinavano, Raul sentiva un'oppressione nelle tempie e poteva ascoltare il folle battere del suo cuore. Quando si trovavano a scarsi due metri, gli sguardi di entrambi si incrociarono.

-Ciao - salutò la ragazza abbozzando un affabile sorriso.

-Ci... ciao -balbettò Raul, preda di un turbine di emozioni.

I due si fermarono. Raul riuscì a controllare il suo nervosismo nella misura necessaria per poter articolare le parole.

-Stai nell'Ochoterena? -domandò alludendo alla Preparatoria Isaac Ochoterena, situata nelle prossimità della Piazza della Cittadella in cui lato ponente si trovavano.

-Sì - rispose la ragazza-. Tu stai nella Voca Due o nella Cinque?

-Nella Cinque. Non vuoi vere qualcosa? -domandò Raul segnalando il vicino ingresso di una miscellanea chiamata La luce.

-Sì, grazie -rispose lei.

Entrarono e ordinarono due "Chaparritas." Parlarono su diverse tematiche senza alcun nesso.

"Mamma mia, è bellissima, se persino potrebbe essere artista della TV", pensava Raul ripetutamente. Seppe finalmente il suo nome, si chiamava Ana Maria Gonzalez.

Stavano per finire le loro bibite quando entrò nella miscellanea un individuo di feroci fazioni. Raul sapeva chi era, lo soprannominavano el Chueco e comandava la banda di porros chiamata los Arañas. Fino a poche settimane fa, soltanto agiva nelle diverse scuole, da quella zona della città, un antica banda di porroslos Ciudadelos, ma ora era sorta quella nuova e molto più temibile gang dei Arañas, i cui membri riconoscevano avere precedenti penali ed essere stati reclutati dalla Segreteria di Governo per ostacolare qualsiasi focolaio di ribellione nelle scuole. Gli studenti -sia politecnici come universitari- erano costretti a subire ogni giorno tutti i tipi di vessazioni, dal saccheggio dei loro beni a pesanti percosse.

Raul finì il contenuto della sua bibita ed osservò che Ana Maria faceva altrettanto. Il Chueco chiese un pacchetto di sigarette ed alcuni cerini.

-Vuoi qualcos'altro? -domandò Raul alla ragazza.

-Sì - rispose questa-, delle gomme alla menta.

La vecchietta che si prendeva cura della miscellanea depositò sul bancone sigarette, cerini e gomme alla menta.

-Mi dia anche a me alcune gomme alla menta- disse il Chueco con la tipica voce strascicata tipica di chi si trova soffrendo i forti effetti di una "ciucca."

La vecchietta cercò nella piccola vetrina dove teneva i dolci e poi disse:

-Non ci sono più gomme alla menta.

Con rapidi movimenti, il Chueco si impadronì dei tre oggetti collocati sul bancone. Puntando il dito su Raul con sprezzante gesto, indicò alla vecchietta:

-Questo amico paga tutto.

Voltandosi il Chueco lasciò la miscellanea. Senza pensarci due volte, Raul lo seguì e prendendolo per una spalla l'obbligò a girarsi.

-Compare -affermò in tono rassicurante-, se vuoi pago tutto, ma dammi quelle gomme perché sono della signorina.

Ana Maria era uscita anche lei in strada. Il suo viso rifletteva una profonda paura.

-Per favore -esclamò implorante-, non voglio più le gomme, andiamocene; devo andare a lezione.

Diversi studenti che passavano per la strada cominciarono a circondarli. Un ampio, burlone sorriso, si lasciò vedere nel brutto viso del Chueco. Senza dire una parola aprì la scatolina di gomme, introdusse il contenuto nella sua bocca e gettò il contenitore vuoto alla faccia di Raul. Ed allora succedé qualcosa con tale rapidità che i curiosi che li circondavano non poterono poi mettersi d'accordo nel raccontare com'era successo. Il pugno destro di Raul uscì sparato e colpì in pieno nella mascella del Chueco. Questo rotolò per terra, ma si alzò subito traspirando vendetta da tutti i suoi pori. Abituato a vincere in frequenti risse per le strade, utilizzando a tal fine sporchi trucchi e pulito coltello, il ruffiano cercò di tirar fuori la sua arma da una delle tasche del pantalone. Non ebbe tempo di farlo. Un secondo ed altrettanto irresistibile destro si schiantò nella sua mascella, tornandolo a terra.

Raul era un giovane particolarmente vigoroso. Nel cortile del quartiere in cui viveva praticava giornalmente karate con un amico più grande di lui, maestro in detto arte marziale. Nonostante questo non era abituato a combattere;  quel giorno era stato un incontrollabile sentimento di indignazione quello che lo spingesse ad affrontare il capo dei Arañas.

Dopo abbattere il suo avversario Raul rimase in guardia aspettando che il Chueco si alzasse, ma questo non lo fece. Il bastonato porro osservò con vetroso sguardo il crescente cerchio di spettatori. La sua speranza di trovare il conosciuto volto di alcuno dei suoi seguaci rimase insoddisfatta. Con espressivi gesti fece capire che aveva ricevuto sufficiente punizione e che non desiderava continuare a combattere.

Raúl tornò a pagare alla miscellanea, poi accompagnò la sua nuova amica fino alle porte della Preparatoria Issac Ochoterena. Ana Maria era molto spaventata. A suo avviso, Raul era in grande pericolo se tornava a mettere i piedi nella vocacional. I gruppi di porros che controllavano la zona studentesca non ci avrebbero messo molto in fare la loro comparsa e di sicuro adotterebbero rappresaglie contro chi aveva umiliato uno dei loro capi. Stesso parere sostenevano vari studenti delle Vocacionales Due e Cinque che essendo stato presenti nel momento della lite li accompagnavano ora. Raul si rifiutò di ascoltare i prudenti consigli e tornò in classe. Ana Maria promise di tornare a prenderlo alle dodici nella Cittadella accompagnata da alcuni amici.

Mentre Raul assisteva alla sua lezione di matematica, la Piazza della Cittadella cominciò a riempirsi di indesiderabili occupanti. Un po' in ritardo in relazione con il suo abituale orario, Arañas e Ciudadelos arrivavano al suo quotidiano centro di operazioni. Il motivo del loro ritardo era allo stesso tempo l'unico tema delle sue conversazioni:  l'eccesso di droghe ed alcool ingeriti la notte prima in prolungata baldoria, realizzata con la finalità di suggellare un'indissolubile amicizia tra i membri delle due bande. Molto presto sarebbe stato un altro il principale motivo della loro chiacchierata.

Furibondo, sputando alcune gocce di sangue ed un torrente di imprecazioni, il capo dei Arañas narrava la sua personale versione dell'oltraggio subito ed invocava esemplare vendetta. Una volta riunita la maggior parte dei membri della banda, diedero inizio ad una minuziosa ricerca di colui che aveva osato sfidare la loro prepotenza. Cominciarono per la Vocacional Due. Senza mostrare rispetto alcuno verso i maestri che impartivano le classi, gli porros guidati dal Chueco aprivano le porte dei saloni e sbirciavano desiderosi di trovare al più presto il loro avversario. Non trovandolo nella Vocacional Due andarono alla Cinque. Localizzato finalmente, i ruffiani uscirono dall'edificio ed aspettarono pazientemente a che concludessero le lezioni.

Raul si era reso conto della ricerca di cui era oggetto e sapeva cosa lo aspettava. Nella sua mente venne il ricordo di quello successo ad un compagno che cercava di organizzare un modulo elettorale contrario a quello sostenuto dai porros. Non soddisfatti di assestargli una feroce pestata, avevano proceduto a raderlo ed a togliergli tutti i suoi vestiti, lasciandolo legato ad un albero di dove era stato raccattato dagli ambulanti della Croce Rossa. Non ritornò mai a scuola.

Finite le lezioni, Raul uscì per andare incontro al suo destino. Una specie di vuoto si era creato intorno a lui. Nessuno camminava vicino alla sua persona. Non appena arrivò in strada si lanciarono su di lui. Cercò di difendersi ma fu in vano. Riuscì a dare un pugno ma ricevé dieci. Cadde nel marciapiede e cominciò ad essere scalciato. Dal suolo osservò sorpreso l'entrata in scena di Ana Maria. Questa arrivò correndo e si lanciò contro uno degli porros graffiandogli il viso. Il ruffiano rispose con uno schiaffo che fece cadere la ragazza. A quanto pare, questo motivò un'inaspettata reazione tra i numerosi spettatori. Raul si rialzò. Ormai non era più solo. Al suo fianco si trovavano i fratelli Jorge e Eduardo Casillas, i suoi due migliori amici, così come molti altri compagni alcuni dei quali a malapena conosceva di vista. C'erano anche con loro sei ragazzi dell'Ochoterena che erano arrivati insieme ad Ana Maria.

La lite si riannodò immediatamente. Inizialmente tutto sembrava suggerire che si era differito soltanto alcuni minuti il trionfo degli porros, perché questi disponevano ancora di una schiacciante superiorità numerica, ma all'improvviso le cose cominciarono a cambiare. Prima in piccoli gruppi e poi in maniera tumultuaria, praticamente la totalità degli studenti della Vocacional Cinque si lanciò alla lite.

La rissa acquisì nuove caratteristiche. Tutta la Piazza della Cittadella era ora lo scenario dove aveva luogo l'incontro. Giovani di entrambe le parti correvano ovunque, raggruppandosi e disperdendosi come risultato dei rapidi confronti che si combattevano allo stesso tempo in una ventina di posti. Gli porros facevano efficace uso del loro vario armamento:  lame, catene, coltelli e manopole di ferro. Questo concedeva loro innegabile vantaggio. Era sempre più elevato il numero di studenti seriamente feriti. Tuttavia, i vuoti lasciati dai feriti erano prontamente riempiti. Dalla Vocacional Due sgorgava un adirato torrente studentesco che si debordava sulla piazza. Gruppi sempre maggiori dell'Isaac Ochoterena arrivavano frettolosi ad incorporarsi alla lotta. Erano molte le umiliazioni accumulate dagli studenti, delle quali questi volevano ricevere presto una risarcimento.

Numero e determinazione conclusero dominando sopra armamento e brutte abilità. Vedendo la sconfitta gli porros tentarono la fuga;  pochissimi raggiunsero il loro obiettivo. Sconfitti e prostrati per terra, i ruffiani cominciarono ad implorare pietà con doloranti grida. Cominciò allora un nuovo combattimento. Generosità e vendetta erano in lotta per predominare nella coscienza degli studenti. Aveva coloro che si manifestavano per continuare a colpire i caduti;  altri, invece, insistevano davanti ai suoi compagni nella completa cessazione della violenza. Il conflitto fu breve. Dopo un attimo di esitazione prevalse la nobiltà. Né un solo colpo in più si abbatté sugli sconfitti porros. Questi furono spogliati delle loro arme ed esortati a non ritornare mai più per la Piazza della Cittadella e le aree circostanti.

Zoppicando e mortificati, i teppisti abbandonarono la piazza in mezzo ad una sonora fischiata. Esplose a quel punto la gioia studentesca. In modo spontaneo si lasciarono ascoltare incessanti "Welums", la classica grande ovazione dell'Istituto Politecnico Nazionale. L'aria sembrava vibrare e fremere, contagiata del fragoroso entusiasmo giovanile.

Origine e confluenza dell'inaspettato evento, Raul ed Ana Maria si trovarono all'improvviso uniti in stretto abbraccio. Le sue pupille scintillavano luminose. Entrambi intuivano che avevano avuto la fortuna di aver trovato la sua controparte.